L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che già è qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme.
Due modi ci sono per non soffrirne.
Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più.
Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio (Italo Calvino, Le città invisibili, Oscar Mondadori, Milano,2002, pag. 164)
La scelta si impone tra il vivere tranquillo di un'esistenza senza troppi dubbi o domande poste sui perché del nostro agire e l'alternativa che porta all'inquietudine di un continuo cercare, mai saziandosi di un essere uniforme e prevedibile, curiosi di scoprire le infinite possibilità che le nostre relazioni possono costruire.
io proverei la seconda via, anche se la prima sembra più facile...
RispondiEliminaOggi ho commentato la follia, domani tenterò di commentare l'inferno.. hai un sorriso da proporre nel frattempo, Roberto.?
RispondiEliminail sorriso potrebbe essere nascosto tra le pieghe della seconda scelta, scoprirlo è nelle corde di chi riesce a leggere tra le righe dei non detti, tra gli sguardi che arrivano direttamente al cuore di chi osserva non solo con gli occhi, ma con tutti i sensi bene aperti.
RispondiEliminaNon sono uno che mette in discussione per principio e neanche pretende di sapere o capire tutto. Eppure per far mia una scelta la debbo vagliare e almeno in via di principio comprendere, altrimenti adeguarsi sarebbe solo conformismo.
RispondiEliminaUn saluto e complimenti per il blog.
Le scelte cosiddette "di pancia" spesso sono considerate come giuste. Ma anche se sono scelte dettate da un impulso che poco ha di razionale, sono comunque frutto di meditazioni fatte sulla base di valori e situazioni fondanti dalle quali è difficile prescindere. Le scelte false, le scelte convenienti o utili, sono quelle che, alla lunga, provocheranno rimpianti o ripensamenti, proprio perché prese in un impeto di razionalità ragionata nel contingente, senza considerare la visione a medio e lungo termine, come conseguenza di quanto abbiamo deciso.
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