domenica 1 maggio 2011

Riflessioni

Tempi oscuri questi, dove le scelte riguardanti la coscienza vengono barattate in cambio di consensi, dove i valori sono merce di scambio tarati su risultati di sondaggi e proiezioni. 
Il coraggio delle posizioni scomode, impopolari, dettate da un sentire etico che prescinda da facili consensi è precluso dalla ricerca affannosa di un modus vivendi che non risulti scomodo, che non disarticoli equilibri fissati su pilastri autoreferenziali tesi soltanto alla conservazione dell'esistente.
Non mi sento di appartenere a questo coro e chiunque voglia cantare in dissonanza è il benvenuto.

11 commenti:

  1. Hai usato le parole scomodo, speranza, sfida..
    Ecco il mio pensiero:

    Secondo me, nel suo quadro Rembrandt esprime innanzitutto l'Accoglienza con Amore attraverso le sue due forme di espressione primaria: quella materna e quella paterna, cioè l'equilibrio, l'armonia, la sicurezza, il tutto. E si realizza finalmente la speranza contenuta nell'Amore di veder un giorno il figlio prodigo tornare.. l'attitudine dei personaggi è quella del perdono, figlio inginocchiato e padre che si abbassa per accoglierlo. Percepisco bene la sensazione di sicurezza che il figlio prova quando finalmente permette al padre di abbracciarlo, l'Autore lo esprime con raffinata sensibilità. La sicurezza è un bisogno fondamentale che si pone oggi prima dell'amore, per me è come l'etica, lo genera.

    Io penso che la speranza è come la coscienza, non può essere “globale”: è individuale, fa parte del grado di amore e di rispetto per la propria vita che ognuno di noi possiede, nonché di capacità di pensare. Un insieme di speranze diverse - perché siamo unici - tese verso il bene genera più forza viva, più dinamica, più ricchezza di un unico pensiero anche se modulato. La diversità è scomoda, richiede tolleranza, adeguatezza, comprensione, ma senza non ci può essere creatività a livello sociale, una creatività composta da l'immensa varietà di essenze umane, miliardi di particole volatili che si attraggono, si trovano e si uniscono, non ci sarebbero i colori anche se alla fine del cammino, forse, si torna ad una forma essenziale e profonda di “bianconero” ma dopo aver vissuto tutte le sensazioni del mondo! Come penso che nelle sfide, la lotta, l'opporsi ci sia un'enorme perdita di energia, un “scioglimento” di creatività, a punto, dovuta alla simmetria dei rapporti, al gioco del ping-pong. Difficile da superare, sgorga un fiume di solitudine e di frustrazioni.

    Ho bisogno dell'altro per nutrire la mia mente di cibo buono e se posso, anche bello. Forse è questa la speranza Roberto, il proiettarsi nella ricerca del bene dell'altro, lo si dice no: “ti voglio bene”?

    RispondiElimina
  2. Etica e sicurezza, due elementi accomunati nell'essere con gli altri. La sicurezza data su di una base fiduciaria mai verificata fino in fondo, fino alla prossima prova della quale, dobbiamo pensare, possiamo essere certi che avremo la risposta attesa. Ma proprio questa incertezza ci dà il senso del credere in chi ci sta accanto, in quel "ti voglio bene" che significa fiducia e sicurezza, su di uno sfondo etico condiviso.

    RispondiElimina
  3. Credo che l'incertezza risieda nel fondo dell'oceano, è la nostra terra di origine, sono le nostre radici profonde,. L'incertezza è ciò che ci avverte di un possibile pericolo. Il nostro istinto, i nostri sensi. L'incertezza è come una preghiera, continua, quotidiana, la fonte delle emozioni. E' quella fascia di materia in ebollizione dove ognuno di noi attinge per creare, a modo suo, bene o male. L'incertezza è ciò che la Mente deve imparare a governare, dolcemente, per ripararsi dalla follia! Ma come si fa, razionalmente, a fare intendere che l'incertezza fa parte della sicurezza?

    RispondiElimina
  4. Incertezza è ciò che ci permette di trovarci in quel continuo cercare, che ci fa spostare ogni volta il limite che non riusciremo mai a raggiungere proiettati come siamo nella consapevolezza di un cammino che non può interrompersi di fronte a una banalissima meta esaustiva ma che ci spinge a gettare lo sguardo sempre verso un oltre di infinite possibilità

    RispondiElimina
  5. Continua ricerca, certo. E poi bisogna intederci su cosa significa l termine "pace":
    la consapevolezza di aver terminato una missione avendo raggiunto un obiettivo e quindi non resta altro che aspettare la morte?
    O piuttosto la concentrazione di uno sguardo introspettivo che ci permetta una continua riprogettazione del nostro essere, che non è inquietudine, dal momento che questa è data dall'incertezza del nostro vagare, ma determinazione nel nostro essere rivolti verso un mettersi in viaggio, coscienti e curiosi delle sorprese che la vita saprà offrire.
    Capacità di adattamento, elasticità nel saper leggere le situazioni contingenti che si vanno modificando nel nostro procedere, tranquillità nel voler essere sempre noi stessi e a un tempo volgersi positivamnete al cambiamento.

    RispondiElimina
  6. Veronica lo stai facendo il cammino, da donna viandante, quando dice che "sei troppo ignorante" per me significa che stai cercando, ti confronti, non è facile.. con roberto! però lo fai. Guarda dove metti i piedi e ogni tanto getta uno sguardo all'orizzonte e anche di lato, forse lui, preso dalla stanchezza si sarà seduto e tu potrai sorpassarlo o prendergli la mano a seconda del tuo umore...

    RispondiElimina
  7. Riprendendo dal testo iniziale, si "tempi oscuri" questi... in cui il collasso di informazioni e dati provenienti da diverse fonti ha provocato un lento processo di confusione nella quale non è più possibile distinguere il dubbio dall'evidenza.
    Parlerei di una crisi di verità!
    E l'uomo nella società post moderna brancola nel buio afferrando riferimenti incerti ora instabili ora più fermi, ora apparenti...

    RispondiElimina
  8. Non sarei così sicuro nell'affermare che la crisi della verità possa produrre effetti così negativi. Vero è anche che viviamo in un'epoca dove le certezze sono sempre più rare ed effimere, dove la realtà è spesso superata da avvenimenti che si succedono a velocità un tempo inimmaginabili. La stessa quantità di informazioni alla quale abbiamo accesso non ha precedenti nella storia umana.
    Penso però che dovremo finalmente abituarci a considerare la vita e ciò che ci circonda come un cosmo in continuo divenire, dove niente è statico ma sempre in movimento. L'ancorarsi alle certezze ha troppo spesso prodotto danni per i quali il prezzo pagato è stato spesso troppo alto.

    RispondiElimina
  9. Condivido quello che dici, ma mi pongo una domanda.
    Come facciamo a distinguere se la società occidentale moderna evolva naturalmente verso un processo di crescita sana: come la ghianda diventa una quercia... o verso un percorso condizionato, caratterizzato comunque da molte possibilità: come lo zapping in televisione e che confondiamo con libero arbitrio o peggio libertà?

    RispondiElimina
  10. Il divenire non comporta necessariamente una evoluzione in senso positivo. Nessuno garantisce che i cambiamenti debbano andare sempre in una direzione univoca rivolta al bene. Questa poteva essere un tipo di illusione valida nel positivismo, sfociata poi nelle terribili ideologie novecentesche che hanno prodotto i danni che conosciamo.
    Il cambiamento o meglio, il movimento può andare verso qualunque direzione, può avere degli scarti, dei ritorni, dei balzi in avanti. Tutto ciò è al di fuori del nostro controllo, imprigionati come siamo nel recinto delle nostre sicurezze effimere, dove il movimento accade indipendentemente dal nostro volere.

    RispondiElimina
  11. è il cambiamento a procurare crescita o è con la crescita spirituale e concreta della nostra sempre più consapevole esistenza che si cambia?
    credo alle sicurezze, sicurezza di conoscere come un seme germina e come un bimbo nasce.
    credo alla sicurezza di un amore che potrà finire come la pianta e l'uomo morire, così da un momento all'altro. Ma non credo alle zattere abbandonate senza meta, nel cammino anche su tale zattera cercherei di orientarmi. Per me l'abbandono non sempre significa crescita cioè adattamento al cambiamento come dite voi

    RispondiElimina