martedì 31 maggio 2011

Spinoza

Siamo liberi di decidere i nostri atti o il nostro agire è causato da un insieme di determinazioni che governano la nostra volontà?

16 commenti:

  1. Entrambe le cose. Il nostro agire è sicuramente influenzato da una infinità di cause, dal nostro carattere, dai luoghi in cui siamo vissuti, dalle persone che abbiamo incontrato, dalle leggi naturali delle cose. Il nostro vissuto condiziona la nostra libertà, il nostro agire. Tuttavia, durante il nostro percorso di vita, da viaggiatori erranti dobbiamo tentare di capire perché siamo quel che siamo, perché agiamo e pensiamo in quel modo, dobbiamo indagare su noi stessi e sul mondo. Dobbiamo prendere consapevolezza di noi, dobbiamo conoscerci, dobbiamo acquisire il senso profondo della nostra identità. Solo allora, conoscendo profondamente noi stessi, i nostri limiti personali, la nostra piccolezza rispetto all'Universo, la nostra mediocrità, si può acquisire un'identità solida e ben strutturata, si può raggiungere quella consapevolezza che ci permette di decidere liberamente dei nostri atti. E' la saggezza di cui parla Spinoza.
    Grazie Roberto per i profondi spunti di riflessione che ci offri.

    RispondiElimina
  2. ma cos'è la volontà? uno strumento della mente per misurare, governare, scegliere. E' la potenza della nostra natura individuale? o l'impulso emotivo a cui la mente per salvaguardarsi dovra dare un movimento armonico, ondulatorio?

    RispondiElimina
  3. D'accordo, ma la nostra mente, il nostro io cos'è? una tabula rasa sulla quale gli accadimenti, le relazioni e le esperienze scrivono il percorso formativo della nostra personalità o esiste un fondamento unico del nostro essere, vuoi come patrimonio genetico-culturale innato rispetto al quale siamo in grado di rapportarci con la realtà verso la quale siamo disposti?

    RispondiElimina
  4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  5. La nostra mente non è una tabula rasa, ci portiamo dietro il nostro corredo genetico. Ma la nostra mente può essere profondamente condizionata dagli accadimenti esterni e dal nostro vissuto. Mi torna in mente il film "Una poltrona per due" di John Landis, in cui rifacendosi alla teoria comportamentista, si voleva dimostrare come l’ambiente esterno può influenzare una persona più del suo patrimonio genetico. Così, nel film, anche il migliore degli individui, vivendo in un ambiente criminale, diventa col tempo un delinquente, perché è immerso in quell’ambiente deviato e ne subisce profondamente l’influenza.

    RispondiElimina
  6. E proprio qui sta il punto: dov'è quindi la nostra libertà di scegliere la vita che facciamo e quello che siamo? Ha dunque ragione Spinoza quando afferma che non esiste libertà ma solo reazioni a causalità concatenate?

    RispondiElimina
  7. Premesso che l'ambiente è un elemento determinante nella formazione di un individuo, allora perché due persone, nate e cresciute nello stesso luogo, sono diverse? Perché le mie sorelle, gemelle, con la stessa famiglia, gli stessi compagni, le stesse scuole, gli stessi amici, la stessa vita, sono sempre state due persone totalmente diverse e hanno scelto vite diverse?

    RispondiElimina
  8. una vita simile, ma scelte e stili di vita diversi

    RispondiElimina
  9. Credo che il mio Io subisce sia impulsi interni che esterni che impara a governare, sul cammino della vita, attraverso la propria identità, la propria essenza, quel dono personale che ci è stato fatto, la propria potenza naturale dice Spinoza, relazionandosi in tutti i modi per lui sostenibili. Mi appare ovvio che il mio Io subisce trasformazioni - buone o/e cattive a seconda della sua forza naturale a sostenere l'ambiente dove evolve e le pulsioni interne che prova, le emozioni suggerite dal suo patrimonio genetico. E dunque forse è proprio questo che chiamiamo volontà, la facoltà di cambiare l'impronta ricevuta o subita nella ricerca dell'espressione della propria natura genuina, non manipolata o manipolabile ma in continua trasformazione. Voglio essere me stessa tenendo conto che la mia libertà esiste, insieme comunque e per fortuna, con quella degli altri, in un cerchio energetico che mi fa stare bene perché quando diamo all'altro, stiamo sempre bene. Vi ricordo o vi dico che l'italiano non è la mia lingua madre e che faccio del mio meglio.

    RispondiElimina
  10. La volontà come misura del nostro grado di libertà... ma siamo proprio sicuri che possa esistere una volontà asettica che prescinda dalle nostre esperienze, una volontà in sé, immanente nell'essere ciò che siamo o forse anch'essa è il frutto di causalità imprescindibili che possono solo darci l'illusione di ciò che siamo?
    Anche l'esempio delle due gemelle: ma sono sempre vissute in simbiosi le due sorelle? o hanno avuto anch'esse momenti esperienziali singoli, indipendenti pur vivendo nello stesso ambiente? e quindi come possiamo essere certi che entrambe sono passate attraverso la stessa vita?

    RispondiElimina
  11. anche se hanno ricevuto la stessa educazione, subito gli stessi condizionamenti, l'hanno fatto in modo diverso e metabolizzato in modo diverso. Rimango convinta che ognuno di noi è realmente unico, stessa specie, stesse condizioni climatiche, stesso terreno ma i fiori si aprono diversamente, le loro sfumature sono diverse, tutte diverse, questa è la nostra richezza naturale personale, il nostro "bouquet aromatico". Dubbi e certezze. Cosa vuoi di più?

    RispondiElimina
  12. Sono d’accordo con Fiorella. La straordinarietà della vita sta proprio nel fatto che ognuno di noi è unico. Diceva Danilo Dolci: “Mai vediamo creature identiche. Mai vediamo creature completamente diverse. Ognuno di noi è l'altro, diverso uno dall'altro. Solo i virus sono uguali”. La nostra volontà subisce sicuramente, e in gran parte, i condizionamenti dell’ambiente, ma, probabilmente, esiste, anche, quella volontà asettica, in sé, immanente che prescinde dalle nostre esperienze, quella volontà che è in me, che nasce dal corredo genetico che mi porto dietro ed è solamente mia. E ognuno di noi è l'espressione, in una visione sistemica, di tutte queste volontà, di tutti questi io, che convivono in noi. Voglio immaginare che la mia libertà possa comunque esistere

    RispondiElimina
  13. Potremmo dunque definirla volontà dell'anima intesa in senso spirituale e non necessariamente religiosa? Un'anima che sia l'essenza ultima del nostro io che si relazione con il mondo e, di conseguenza, si modifica sulla base dell'esperienza. Un'essenza che ci deriva dai nostri archetipi patrimoniali che costituiscono il nostro essere in quanto tale.
    Ritornando alle due gemelle esiste un'unicità propria di ciascuna di loro pur nella comunanza che è più similitudine che uguaglianza. L'uguaglianza assoluta non esiste, esiste la vicinanza nell'unicità.

    RispondiElimina
  14. si, Roberto, la vicinanza nell'unicità mi stà proprio bene e anche tutto il resto, volontà dell'anima in senso spirituale, and so on.. qui i puntini ci stanno.

    RispondiElimina