domenica 13 novembre 2011

L'ANIMA DEGLI OGGETTI

È il nostro notarli che mette gli oggetti in una stanza, la nostra abitudine che li toglie di nuovo e libera spazi per noi” (Marcel Proust – Recherche – All'ombra delle fanciulle in fiore).


Esiste una differenza non soltanto terminologica per definire le cose che ci circondano e gli oggetti che ci appartengono. Le cose ordinarie, di uso quotidiano delle quali nemmeno ci accorgiamo e di cui ci sbarazziamo facilmente non rappresentano essenzialità sulle quali valga la pena soffermarsi più di tanto.
Altro questione riguarda gli oggetti propriamente detti che, in quanto tali, ci stanno di fronte in una relazione tra soggetti, noi e loro, gli oggetti appunto.
Nel momento in cui investiamo di significato una cosa qualunque, caricandola di un valore che ci richiama a un ricordo, una persona, un vissuto particolare, dotiamo l'oggetto di un significato che trascende il valore in sé dell'oggetto stesso, come a indicare che ciò che si pone innanzi a noi è dotato di un'anima propria che è proiezione dell'immagine che viene evocata, sia essa legata a una persona o a una situazione particolare.
Viene da domandarsi se il valore che noi attribuiamo a queste cose non sia dettato più dai significati che a nostra volta siamo propensi a scorgere tra le pieghe dei nostri pensieri, in un abbandono non del tutto razionale che permetta un meta pensiero che sconfini in mondi che vanno al di là di ciò che realmente vediamo, o se pure esiste un'energia emanata da questi materiali inorganici che facilitano la nostra relazione con il mondo.

4 commenti:

  1. Per me gli oggetti hanno un'anima... la mia comunicazione silenziosa con le cose.
    Hai letto "Lo Zen e l'arte della manutenzione della Motocicletta" di Robert Pirsig?

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  2. L'ho letto, tanti anni fa.
    Gli oggetti conservano un'anima intrinseca che ci riporta a luoghi, fatti o persone che li hanno posseduti, come se fosse rimasta in loro una traccia, un segno, un'energia che ci richiama e ci riporta indietro. Ma proprio in quanto energia è anche pulsione di vita che proietta avanti in un continuo divenire, prodotto dalla nostra storia.

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  3. Una relazione è sempre il frutto dell'interazione di due soggetti. L'oggetto ci chiama, ci parla, ma parla a noi perchè lo "vediamo", lo sentiamo in modo personale e diverso dagli altri. Lo stesso vale per le persone: noi maschi vediamo nelle donne solo ciò che abbiamo dentro: come potremmo vedere negli altri qualcosa che non fa parte della nostra anima? Gli altri (uomini e oggetti) ci rivelano la nostra anima, ci aiutano a metterci in contatto con lei.

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  4. La percezione che abbiano dell'oggetto posto di fronte a noi è unica e personale è non pertanto condivisibile con altri. La realtà che ci circonda non è quindi oggettiva ma assoggettata al nostro sguardo il quale carica di significato il mondo attorno a noi, attribuendo valori e scopi spesso oscuri a un occhio estraneo.

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