sabato 18 febbraio 2012

Oriente Occidente

L'Occidente è la cultura intesa come scienza, cioè come conoscenza del mondo attorno all'io, mentre l'io è solo strumento e luogo di pensiero; ne derivano le scienze della natura e dell'osservazione. L'Oriente invece vuol dire cultura in quanto ricerca dell'io pensante, il pensiero inteso come pensiero dell'io che pensa se stesso perché l'io non è parte del tutto, ma il tutto. Il distinguere è illusione, il tutto, l'assoluto, è verità. Cercare di distinguere è la via dell'errore. In queste due direzioni il mondo s'è mosso per secoli arrivando a questo pauroso abisso di oggi in cui da una parte c'è l'io che ha dimenticato se stesso nella conoscenza dell'attorno, anzi è diventato schiavo del conosciuto – la civiltà della macchina e la fine dell'umanesimo -; dall'altra parte c'è l'io che ha raggiunto profondità ricchissime e forme di cultura avanzate, ma che, avendo dimenticato la conoscenza dell'attorno, ora muore di fame e ancora di peste e di lebbra. (Pensiero di padre Sandro Bencivenni, domenicano in Kyoto nel 1965, riportato da Tiziano Terzani nel volume “In Asia”).
Tenendo conto della datazione del pensiero sopra citato e nella consapevolezza che l'Asia di oggi non è certo quella degli anni '60, restano comunque due concezioni dell'uomo visibilmente in antitesi e dalle quali sembra difficile trarre una sintesi. L'io occidentale proiettato verso il conosciuto del quale è diventato schiavo non senza aver prima coinvolto e trascinato con sé grosse parti dell'Oriente odierno contrapposto a una concezione dell'io significativamente più autoriflessiva tipicamente orientale e che oggi appare presente in maniera trasversale e nemmeno troppo elitaria e sporadica anche in alcuni strati della cultura occidentale. Che sia forse questa la sintesi che riesce a dare un senso a tutto ciò?

2 commenti:

  1. Credo che il senso sia nel guardare oltre la dicotomia Oriente e Occidente, l’io deve inderogabilmente riacquistare in ogni luogo il piacere di pensare e di pensarsi come parte del tutto, solo dopo ciò si possono ritrovare le specifiche caratteristiche capaci di generare differenze utili all’io anche perché complementari. Oggi la cultura deve farsi strumento per risvegliare il sonno del pensiero creato dal capitalismo, nella mente del mondo. Monica da ilpiaceredipensare.

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  2. Penso che solo partendo da una riscoperta profonda dell'Io si possano poi battere coscientemente le strade di differenziazione che Oriente e Occidente hanno finora percorso in sensi contrapposti. Se non conosco la mia essenza, come posso essere in grado di conoscere realmente ciò che sta fuori di me senza lasciarmene sopraffare in un senso o nell'altro?

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