Nome
essenza dell'Io
Io
ho un nome o sono un nome?
Qual
è l'elemento che identifica la mia essenza?
Il
mio apparire come fenomeno che si intenziona di fronte a un Tu
oggettivante o il mio essere ontico, il mio Io in sé esistente per
se stesso in quanto ente pensante?
Mi
è sufficiente il Cogito ergo sum
per dirmi Io o devo
definirmi attraverso un fonema che esprima ciò che mi
contraddistingue?
Il
mio chiamarmi/chiamare me come Roberto
definisce la mia essenza o il nome è soltanto un'etichetta che
altri, i miei genitori, mi hanno consegnato a suo tempo?
Sarei
diverso oggi se mi fossi chiamato Giuseppe o Andrea?
Mi
sento diverso se qualcuno, scherzosamente o involontariamente storpia
chiamandomi, il mio nome?
Chi
sono io se devo definirmi? Con chi parlo quando parlo a me stesso? A
chi mi rivolgo quando mi parlo, magari in uno specchio o attraverso i
miei pensieri?
La
risposta forse, non è nella definizione di me attraverso il nome ma
il nome stesso, che chiamandomi a sua volta, definisce il Me
ponendolo in relazione all'altro: Tu o alter ego che sia, in ogni
caso l'ente intenzionato che mi è di fronte, in quanto essere altro
in relazione con me.
Il
nome quindi come possibilità di relazione che mi permette di entrare
in contatto con la mia essenza attraverso l'oggetto, il Tu, del mio
essere definito. Un Tu che mi oggettiva ponendosi come soggetto e
oggettivato a sua volta da me che gli sto di fronte identificato
attraverso il nome, proprio o attribuito.
In
una parola, possiamo dire che il nome è relazione, di conseguenza è
la relazione che mi identifica come Io oggettivato nel rapporto con
l'altro e quindi mi definisce.
Nessun commento:
Posta un commento