domenica 4 novembre 2012

Scienze e natura dell'uomo


Se si pensassero essenze puramente spirituali in un regno di persone consistente solamente di queste ultime, il loro entrare in scena, il lor sostentamento e sviluppo come il loro scomparire (qualunque siano le rappresentazioni che ci si formano anche del retroscena a partire da cui esse entrano in scena e in cui retrocederebbero di nuovo) sarebbero legati a condizioni di tipo spirituale; il loro benessere sarebbe fondato nella loro situazione rispetto al mondo spirituale; il collegamento tra di loro, le azioni delle une sulle altre si compirebbero attraverso mezzi puramente spirituali e gli effetti durevoli delle loro azioni sarebbero di tipo puramente spirituale; il loro stesso retrocedere dal regno delle persone avrebbe il suo fondamento nell'elemento spirituale. il sistema di tali individui verrebbe conosciuto in pure scienze dello spirito. In effetti un individuo nasce, viene sostentato e si sviluppa sul fondamento delle funzioni dell'organismo animale e delle loro relazioni con il corso circostante di natura; il suo sentimento della vita è fondato perlomeno parzialmente in queste funzioni, le sue impressioni sono condizionate dagli organi di senso e dalle loro affezioni da parte del mondo esterno; la ricchezza e la mobilità delle sue rappresentazioni, la forza come pure la direzione dei suoi atti di volontà li troviamo dipendenti in modo molteplice da alterazioni nel suo sistema nervoso. Il suo impulso volontario porta le fibre muscolari a contrarsi, e così un operare verso l'esterno è legato ad alterazioni nei rapporti di situazione delle particelle di massa dell'organismo; successi durevoli delle sue azioni volontarie esistono solo nelle forme di alterazioni all'interno del mondo materiale. Così la vita spirituale di un uomo è una parte, isolabile solo per astrazione, dell'unità psico-fisica di vita quale si presenta un esserci e una vita dell'uomo. Il sistema di queste unità di vita è l'effettualità che costituisce l'oggetto delle scienze storico-sociali. (Wilhelm Dilthey, Introduzione alle scienze dello spirito, pp.25-27, Bompiani Milano 2007).



Il dualismo tipico delle scienze naturali, nella concezione occidentale inaugurata con Cartesio e proseguita con l'Illuminismo e il Positivismo, tra la natura biologica dell'uomo spiegabile come fenomeno riconducibile soltanto a processi chimici attraverso i quali le neuroscienze oggi situano il loro fondamento ermeneutico e l'aspetto trascendente ridotto nella sfera della credenza e quindi di competenza puramente teologica, ha causato la netta separazione tra gli elementi costitutivi la natura umana. Il solo considerare gli aspetti biologici concatenati in processi causali determinati da combinazioni date dal patrimonio genetico rende omologabile ciascun uomo al proprio simile in funzione delle possibili varianti che il programma genetico dato ha stabilito in partenza. Perdendo di vista la possibilità di considerare l'essere umano come un essere dotato di qualità immateriali che potremmo definire come spirito, anima, energia universale a seconda dei presupposti dai quali vogliamo considerare la cosa, le scienze naturali e parte delle scienze umane si precludono la via al raggiungimento dell'essenza trascendente di ciascun essere umano come essere unico e irripetibile. Le scienze dello spirito, così come sono definite da Dilthey permettono il superamento dell'esigenza scientifico-naturale di misurare e quantificare i fenomeni allo studio, in quanto entrano nel campo delle infinite variabili contenute nel sistema relazionale insito nell'uomo e nelle sue aggregazioni, cercando di comprendere i fenomeni che accadono sulla base di assunti che non potendo essere assoluti proprio perché non calcolabili, potranno essere sempre perfettibili.