… Non
soltanto l'empirismo imparziale porta ai veri confini ove comincia la
riflessione filosofica, ma anche, all'opposto, soltanto una coscienza
filosofica rende possibile una autentica e sicura impostazione per la
ricerca empirica. Il rapporto fra filosofia e scienza non è tale che
gli studi filosofici possano trovare la loro applicazione nella
scienza – il tentativo sempre infruttuoso, per quanto sempre
ripetuto, di dare nomi filosofici a fatti empirici – ma la
riflessione filosofica produce un atteggiamento interiore utile alla
scienza perché pone dei limiti, è una guida interiore, uno stimolo
continuo al desiderio illimitato di sapere. Una logica filosofica
deve ricevere conferma come logica concreta nel modo di intendere e
di strutturare i fatti. Lo psicopatologo non deve occuparsi di
filosofia perché questa gli insegni qualche cosa di positivo per la
sua scienza, ma perché gli dia le più vaste possibilità di sapere.
(K. Jaspers – Psicopatologia generale – Il Pensiero scientifico
editore)
Il
rapporto sempre problematico tra scienze naturali e scienze dello
spirito, lo stabilire i confini tra le due discipline ma anche la
necessità di definire un sapere etico il quale problematicizza la
ricerca scientifica nel suo interrogarsi. La ricerca pura può
permettersi di essere svincolata dall'etica? E se sì quali
responsabilità comporta per l'individuo che la compie?